IL VISCONTE DIMEZZATO di Italo Calvino

Il visconte dimezzatoTitolo: Il visconte dimezzato
Autore: Italo Calvino
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In breve:
C’era una guerra contro i turchi. Il visconte Medardo di Terralba, mio zio, cavalcava per la pianura di Boemia diretto all’accampamento dei cristiani. Lo seguiva uno scudiero a nome Curzio.
Le cicogne volavano basse, in bianchi stormi traversando l’aria opaca e ferma.
– Perché tante cicogne? – chiese Medardo a Curzio, – dove volano?
Mio zio era nuovo arrivato, essendosi arruolato appena allora, per compiacere certi duchi nostri vicini impegnati in quella guerra. S’era munito d’un cavallo e d’uno scudiero all’ultimo castello in mano cristiana, e andava a presentarsi al quartiere imperiale.
– Volano ai campi di battaglia, – disse lo scudiero, tetro. – Ci accompagneranno per tutta la strada.
Il visconte Medardo aveva appreso che in quei paesi il volo delle cicogne è segno di fortuna; e voleva mostrarsi lieto di vederle. Ma si sentiva suo malgrado, inquieto.
– Cosa mai può richiamare i trampolieri sui campi di battaglia, Curzio? chiese.
– Anch’essi mangiano carne umana, ormai, – rispose lo scudiero, – da quando la carestia ha inaridito le campagne e la siccità ha seccato i fiumi. Dove ci son cadaveri, le cicogne e i fenicotteri e le gru hanno sostituto i corvi e gli avvoltoi.
Mio zio era allora nella prima giovinezza: l’età in cui i sentimenti stanno tutti in uno slancio confuso, non distinti ancora in male e in bene; l’età in cui ogni nuova esperienza, anche macabra e inumana, è tutta trepida e calda d’amore per la vita.

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La narrativa fantastica. Il visconte dimezzato (1952) è il primo romanzo breve della cosiddetta “trilogia araldica”, che nel 1960 venne pubblicata in un unico volume con il titolo I nostri antenati. Con questo titolo Italo Calvino tracciò una rotta precisa all’interno della letteratura italiana contemporanea che si distanziava nettamente da quella coeva. In parte la proposta di svecchiamento della narrativa italiana si deve a Elio Vittorini, che nel 1951 ideò e avviò per Einaudi la fortunata collana “I gettoni” con il proposito di dare voce alla giovane narrativa italiana e di superare il neorealismo. Calvino, che era a stretto contatto con Vittorini nella casa editrice, colse l’occasione per liberarsi dalla residua componente realistica presente nel Sentiero dei nidi di ragno e per dare libero sfogo alla sua vena fantastica. Il visconte dimezzato uscì proprio per “I gettoni”, così come i successivi due romanzi del ciclo. Il rapporto tra Calvino e la letteratura fantastica ha tuttavia un precedente importante: partendo dalla passione per le fiabe italiane, l’autore pubblicò nel 1956 uno straordinario volume, Fiabe italiane, frutto di un lungo lavoro in giro per l’Italia che aveva avuto come esito la raccolta di un cospicuo numero di fiabe, trascritte da Calvino stesso. L’autore attingeva all’oralità e alla memoria di abitanti delle varie regioni italiane: il prodotto è un libro che ancora oggi detiene un importantissimo valore etno-antropologico oltre che letterario.

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