Titolo: Scherzetto
Autore: Domenico Starnone
Genere: Romanzo
Pagine: 176
Editore: Einaudi
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In breve:
Una sera Betta mi telefonò più nervosa del solito per capire se me la sentivo di badare al figlio mentre lei e suo marito partecipavano a un convegno di matematici a Cagliari.
Vivevo a Milano da un paio di decenni e spostarmi a Napoli, nella vecchia casa che avevo ereditato dai miei genitori e nella quale mia figlia abitava da prima di sposarsi, non mi entusiasmava. Avevo più di settant’anni e una lunga vedovanza mi aveva disabituato alla convivenza, ero a mio agio solo nel mio letto e nel mio bagno.
…alla richiesta di Betta mi venne spontaneo rispondere:
“Ci tieni proprio molto a questo convegno?”
“È lavoro, papà: io devo fare la relazione introduttiva e Saverio ha il suo intervento nel pomeriggio del secondo giorno.”
“Quanto tempo resterete fuori?”
“Dal 20 al 23 novembre.”
“Quindi dovrei stare col bambino, da solo, per quattro giorni?”
“Verrà Salli ogni mattina, rassetterà, vi cucinerà. E comunque Mario è del tutto autonomo.”
“A tre anni nessun bambino è autonomo.”
“Mario ne ha quattro.”
“Anche a quattro. Ma non è questo il punto: ho un lavoro urgente da finire e non ho nemmeno cominciato.
“Cosa devi fare?
“Illustrare un racconto di Henry James.
“Che storia è?
“Un tale torna in una sua vecchia casa di New York e la trova un fantasma, cioè lui stesso come sarebbe stato se fosse diventato un uomo d’affari.
“E tu quanto ci metti a fare le figure per un racconto così? Manca quasi un mese, tempo ne hai. E comunque, se entro il 20 non hai ancora finito, ti puoi portare qui il lavoro, Mario è abituato a non disturbare.
“L’ultima volta voleva stare sempre in braccio.
“L’ultima volta è stato due anni fa.
Mi rimproverò, disse che ero in difetto sia come padre che come nonno.
Il libro:
I genitori del piccolo Mario devono partire per un importante convegno, un impegno lavorativo cruciale non solo per la loro carriera ma anche per la loro stessa relazione. I due infatti si mal sopportano. Il loro legame è messo a serio rischio da una intima amicizia della donna che stride fortemente con l’accesa gelosia dell’uomo. Il viaggio sarà quindi utile per capire se il loro matrimonio è davvero arrivato al capolinea.
Per badare al bambino viene richiamato a Napoli il nonno praticamente sconosciuto, Daniele Mallarico: un vecchio illustratore, burbero e affaccendato, fuggito da Napoli in gioventù e che vive oramai da molti anni a Milano in assoluta solitudine.
Tra quattro mura e un balcone, nell’arco temporale di settantadue ore, andrà in scena il perfido e divertente scontro tra un uomo stanco e distratto e un piccolo gendarme petulante e vitalissimo di soli quattro anni. Nella partita che si gioca fra loro, tra alleanze, rivalità e giochi non sempre divertenti, c’è la vita che si specchia in tutte le sue forme: la vita trascorsa e quella in potenza, la vita dura e beffarda di Napoli che riaccoglie l’uomo dopo tanti anni, la vita della casa che sembra risvegliarsi piano piano, piena di echi e di fantasmi.
Daniele Mallarico si troverà involontariamente a vivere l’esperienza del protagonista del romanzo di Henry James che dovrebbe illustrare. Grazie alle sue capacità artistiche è riuscito a fuggire la rabbia di Napoli. La casa in cui si trova ora recluso, la casa dei suoi genitori, dove ha trascorso tutta la sua infanzia, libera ora i fantasmi del suo passato costringendolo a confrontarsi con il Daniele Mallarico che avrebbe potuto essere, se si fosse abbandonato all’abbraccio della città natale.
Domenico Starnone racconta la durezza dei legami famigliari con un libro breve ma intenso. Un romanzo tesissimo, che ci fa sorridere continuamente ma non ci risparmia la dissezione precisa delle nostre paure, del nostro smarrimento di fronte alla tenacia della vita dentro e dopo di noi. Un esemplare «scherzetto» da camera in cui convivono la rabbia di invecchiare e la fiducia nel futuro.
Assolutamente consigliato!