I Lussuriosi nell’Inferno della Divina Commedia

Nell’Inferno dantesco le anime dei lussuriosi sono lasciate al buio e sono battute in eterno da una bufera infernale, che cambia direzione in ogni momento, sbattendoli ora dall’una ed ora dall’altra parte.
La punizione inflitta ai dannati ha ovviamente un forte significato simbolico:
– in vita furono accecati dalla passione, perdendo il lume della ragione, ed ora sono costretti a stare al buio per l’eternità;
– in vita furono travolti dalla passione ed ora vengono travolti in eterno da una violenta bufera.
La punizione che viene loro inferta è quindi molto più simbolica che fisica.

I personaggi Lussuriosi che vengono mostrati da Virgilio a Dante nel canto V dell’Inferno sono:

SEMIRAMIDE – Leggendaria regina d’Assiria assetata di sangue e di sesso che, in particolare, ebbe rapporti incestuosi con il figlio successivamente alla morte del marito, il re Nino, e che per legittamare la propria condotta immorale istituì addirittura una legge che autorizzò di fatto tale tipo di rapporto.

DIDONE – Si legò ad Enea rompendo così il patto di fedeltà con il marito defunto Sicheo, per togliersi infine la vita quando il nuovo amante la abbandonò per continuare il viaggio indicatogli dagli dèi.

CLEOPATRA – Amante prima di Cesare, che la pose sul trono d’Egitto dopo aver destituito il fratello di lei Tolomeo, e poi di Antonio, che per lei si fece assegnare il controllo della provincia d’Egitto ed abbandonò a Roma la legittima moglie, utilizzò per tutta la sua vita la lussuria come strumento per raggiungere il potere. Durante la battaglia di Anzio tra Antonio ed Ottaviano Augusto, per non cadere prigioniera di questo ultimo, saputo della morte dell’amante, si tolse la vita facendosi mordere da un serpente velenoso, un aspide.

ELENA DI TROIA -Figlia del re spartano Menelao, venne rapita dal troiano Paride e fu così causa, per amore, della decennale guerra di Troia.

ACHILLE – Eroe famoso non solo per le sue gesta eroiche ma anche per le sue svariate passioni amorose. Innamorato della figlia di Priamo, Polissena, morì per mano di Paride mentre si recava al Tempio di Apollo per avere in sposa la donna amata.

PARIDE – Rapì per amore Elena di Troia, figlia del re spartano Menelao, e causò con questo suo gesto la decennale guerra di Troia, che diede la morte a migliaia di persone. Uccise anche Achille in un agguato e venne per questo ucciso a sua volta da Neottolemo, figlio dell’eroe.

TRISTANO – Nel mito di Tristano e Isotta incarna il martire per amore. Ferito gravemente in una spedizione, chiese soccorso ad Isotta ma ottenne un rifiuto dalla donna amata e per questo si uccise. In realtà l’amante aveva accettato la richiesta, era state la moglie di lui, scoperto il tradimento, a fornire all’uomo una notizia falsa.

PAOLO e FRANCESCA – I veri nomi di Paolo e Francesca sono Paolo Malatesta e Francesca da Rimini. Lei fu sposata a Gianciotto Malatesta da Rimini, uomo ricco e potente ma deforme. Tra il fratello del marito, Paolo Malatesta, e la donna, entrambi giovani e di bell’aspetto, scoppiò una passione amorosa scatenata dal romanzo di Lancilotto e di Ginevra, moglie di re Artù, ed in particolare dal passaggio in cui la donna cedette alle lusinghe del famoso e valoroso amante e lo baciò. Gianciotto, saputo della relazione segreta della moglie, spiò i due amanti fino a riuscire a sorprenderli a tradimento sul fatto; intervenne a quel punto all’improvviso e li trafisse entrambi senza lasciar loro la possibilità di pentirsi e potersi salvare.
Per tale gesto, per aver tradito i propri parenti, Gianciotto è invece stato condannato a patire in eterno le pene della prima zona dell’ultimo cerchio infernale.