I misteri di Soncino, dalla Monaca di Monza fino al tiranno Ezzelino

La lunga storia della bellissima cittadina di Soncino, in provincia di Cremona, non è solo ricca di leggende e misteri ma è anche stata da sempre incrociata da personaggi storici contraddittori, divenuti immortali grazie ai più grandi autori della letteratura italiana.

Noi ci siamo stati ieri sera, guidati dalla Società Cooperativa “IL BORGO”, ed è stata davvero una piacevolissima scoperta.

20150725_210707_HDRA Soncino, precisamente nel monastero di Santa Maria delle Grazie, ha trascorso buona parte della sua triste adolescenza Marianna De Leyva, a tutti noi nota come Gertrude, la Monaca di Monza, uno dei personaggi chiave del capolavoro letterario I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Alla morte della madre, la giovane Marianna De Leyva fu infatti affidata all’omonima zia sposata con Massimiliano II Stampa, marchese di Soncino. Gli zii della ragazza erano famosi all’epoca per il loro fanatismo religioso, tanto estremo da richiamare anche l’ammonizione della Chiesa. Ma a segnare il carattere di Marianna non fu probabilmente solo la presenza di persone negative: la bellissima Chiesa di Santa Maria delle Grazie, tra le cui mura doveva vivere rinchiusa, nasconde infatti al suo interno scene religiose particolarmente crude e violente.

20150725_202343_HDRNelle prigioni del palazzo comunale di Soncino, su cui svetta l’imponente torre civica, fu inoltre tenuto prigioniero e vi morì Ezzelino da Romano, uno spietato tiranno vissuto nel tredicesimo secolo e divenuto tristemente famoso per la sua estrema crudeltà. Si racconta che sotto il suo regno le esecuzioni capitali fossero all’ordine del giorno e numerosi nemici furono in particolare fatti impalare… la storia di Ezzelino ricorda quella del sovrano di Transilvania Vlad Tepes detto l’Impalatore, arrivato sino ai giorno d’oggi con il nome di Dracula.
Dante nomina questo controverso personaggio storico nel dodicesimo canto dell’Inferno della sua opera Divina Commedia: siamo nel primo girone del settimo cerchio, dove sono puniti coloro che in vita usarono violenza contro le altre persone ed anche contro i loro averi. I dannati sono immersi in un fiume di sangue bollente sorvegliato da Centauri e sono più o meno sprofondati a seconda della gravità del loro peccato. Tra i dannati, Virgilio ne indica uno al sommo poeta:
..e quella fronte c’ha ‘l pel così nero,
è Azzolino…

Maggiori informazioni: www.valledelloglio.it

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