Testo del canto 22 (XXII) dell’Inferno di Dante

Dante e Virgilio proseguono il cammino attraverso la quinta bolgia, dei frodolenti, accompagnati dai demoni guidati da Barbariccia. Assistono alla cattura di Ciampòlo che, dopo aver detto loro di trovarsi insieme a Frate Gomita e Michele Zanche, sfugge ai demoni rituffandosi nella pece.

Testo del canto 21 (XXI) dell’Inferno di Dante

Dante e Virgilio attraversano la quinta bolgia dove, immersi nella pece bollente, si trovano i barattieri, sotto la guardia dei diavoli Malebranche. Dopo aver visto gettare nella pece un peccatore di Lucca, Virgilio tratta con Malacoda ed ottiene di poter passare alla bolgia successiva.

Testo del canto 20 (XX) dell’Inferno di Dante

Dante e Virgilio attraversano la quarta boglia dell’ottavo cerchio, dove sono puniti gli indovini, con la testa giarata all’indietro e costretti a cammincare a ritroso. Virgilio racconta al poeta le origini della città di Mantova.

Testo del canto 19 (XIX) dell’Inferno di Dante

Il cerchio infernale che accoglie i simoniaci, coloro che misero in vendita i servizi di Dio, e l’incontro con il papa Niccolò III, che predice a Dante l’imminente arrivo di papa Bonifacio VIII. Il poeta inveisce contro il pontefice defunto.

Testo del canto 18 (XVIII) dell’Inferno di Dante

Dante e Virgilio visitano l’ottavo cerchio, quello dei fraudolenti. Passata la prima bolgia, dei ruffiani, dove il sommo poeta parla con Venedico Caccianemico e vede Giasone, i due raggiungono la seconda bolgia, dove gli adulatori sono immersi completamente nelle feci.

Testo del canto 14 (XIV) dell’Inferno di Dante

Dante e Virgilio raggiungono il terzo girone de VII Cerchio dove sono puniti i violenti contro Dio: i bestemmiatori, tra i quali Capaneo, distesi sulla sabbia infuocata; i sodomiti, violenti contro la natura, costretti a correre sotto una pioggia di fuoco; e gli usurai, i violenti contro l’arte, seduti sotto la pioggia di fuoco. Procedendo lungo il fiume rosso sangue Flagetonte, Virgilio spiega a Dante l’origine dei fiumi infernali, generati dalle lacrime del Veglio di Creta.