Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza, edizione 2014/2015

Fino al 10 Aprile 2015 è possibile partecipare alla seconda edizione del Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza, riservato agli autori, esordienti e noti, di qualsiasi nazionalità, che presentino un’opera di narrativa letteraria inedita, scritta in lingua italiana. Leggi il regolamento completo su www.neripozza.it Nell’anno 2014, in cui cade il centenario della nascita di Neri…

Introduzione a OSSI DI SEPPIA di Eugenio Montale

Le edizioni e la struttura dell’opera. Quando gli Ossi di seppia furono pubblicati per la prima volta nel 1925 per “Rivoluzione liberale” di Piero Gobetti, il libro fu per lo più ignorato. Solo in seguito, con la seconda edizione ampliata e la terza e la quarta (rispettivamente nel 1931 e 1948, quest’ultima per le edizioni Mondadori),…

LA VEGLIA di Luigi Pirandello | Testo e riassunto

Marco Mauri, nel bujo della scala avvivato appena da l’incerto barlume che s’insinuava dal corridojo dove aveva lasciato la candela accesa, domandò a un signore che affrettava a salire: – Il medico? Venga, muore! Quegli si arrestò un istante, come per discernere chi l’investiva con quella domanda e con quell’annunzio: – Muore? Il Mauri, singhiozzando…

IL VECCHIO DIO di Luigi Pirandello | Testo e riassunto

Smilzo, un po’ curvo, con un abitino di tela che gli sventolava addosso, l’ombrello aperto sulla spalla e il vecchio panama in mano, il signor Aurelio s’avviava ogni giorno per la sua speciosa villeggiatura.
Un posto aveva scoperto, un posto che non sarebbe venuto in mente a nessuno; e se ne beava tra sì e sì, quando ci pensava, stropicciandosi le manine nervose.
Chi sui monti, chi in riva al mare, chi in campagna: lui, nelle chiese di Roma. Perché no? Non ci si sta forse freschi più che in un bosco? E in santa pace, anche. Nei boschi, gli alberi; qui, le colonne delle navate; lì, all’ombra delle frondi; qui, all’ombra del Signore.

DI IMPOSSIBILE NON C’E’ NIENTE di Andrea Vitali

Il mormorio che proveniva da sotto, dal giardinetto, era ben noto a suor Suprema. Era già ccaduto l’anno precedente e l’anno prima ancora. Quando nel cielo di settembre, ripulito dalla foschia che lo velava durante l’estate, le vaghe stelle dell’Orsa ricomparivano in tutto il loro splendore, l’animo poetico di Babbo Natale prendeva il sopravvento.

Bisognava convincerlo a smettere però, adesso. Nonche a lei desse fastidio. Ma c’era qualche ospite dal sonnomolto leggero e un caratterino da prendere con le molle di cui bisognava tener conto. La Befana, prima di tutti, che proprio l’anno precedente s’era lamentata con lei, chiedendole di far tacere quel vecchio trombone di Babbo Natale e finalmente convincerlo che ormai lui, lei, e tutti quelli come loro erano in pensione perchè nessuno al mondo ne aveva più bisogno.

LA LEGA DISCIOLTA di Luigi Pirandello | Testo e riassunto

Al caffè, dove Bòmbolo stava tutto il giorno, col berretto rosso da turco sul testone ricciuto, un pugno chiuso sul marmo del tavolino in atto d’impero, l’altra mano al fianco, una gamba qua, una gamba là, guardando tutti in giro, senza disprezzo ma con gravità accigliata, quasi per dire: «I conti qua, signori miei, lo sapete, bisogna farli con me», venivano uno dopo l’altro i proprietarii di terre non soltanto di Montelusa, ma anche dei paesi del circondario, anche il vecchio marchese don Nicolino Nigrelli (quello che andava sempre col pomo d’avorio della mazzettina d’ebano sulle labbra appuntite, come se sonasse il flauto), anche il barone don Mauro Ragona, anche il Tavella, tutti insomma, con tanto di cappello in mano.
– Don Zulì, una grazia…

IL CUORE NON DIMENTICA MAI di Ilaria Carioti

Dopo mesi di coma, contro ogni più rosea aspettativa Erika riapre finalmente gli occhi. Il peggio sembra essere superato, in breve viene dimessa dall’ospedale e si potrebbe quindi dire che possa finalmente tornare a vivere la sua vita… ma la realtà è ben diversa: la giovane donna ha perso la memoria recente, il suo ultimo ricordo risale a cinque anni prima e la sua vita non le sembra più appartenere.
Si ritrova legata ad un uomo ricchissimo e potente, conosciuto e sposato nel periodo della sua vita di cui non ha più memoria. Un uomo che la riempie di regali, ma che in fondo non sa dedicarle vere attenzioni e che lei stessa non sente di amare. Si trova a vivere in un mondo dai molti lati oscuri, tenuto insieme dai soldi del marito, circondata da gente frivola con la quale non sente di avere nulla in comune.
Perché ha spostato Giuseppe? Non può proprio credere di averlo fatto solo per soldi, ma non vede neanche cosa altro possa averla spinta tra le braccia di lui.

Eugenio Montale

Poesie da Ossi di seppia: Poesie da Le occasioni: Poesie da La bufera e altro: – I LIMONI – MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO – NON CHIEDERCI LA PAROLA – SPESSO IL MALE DI VIVERE – LA CASA DEI DOGANIERI – NON RECIDERE, FORBICE, QUEL VOLTO – HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO Una vita lunga un secolo. Eugenio Montale (Genova 1896 – Milano…

LA CASA DEL GRANELLA di Luigi Pirandello | Testo e riassunto

I topi non sospettano l’insidia della trappola. Vi cascherebbero, se la sospettassero? Ma non se ne capacitano neppure quando vi son cascati. S’arrampicano squittendo sú per le gretole; cacciano il musetto aguzzo tra una gretola e l’altra; girano; rigirano senza requie, cercando l’uscita.
L’uomo che ricorre alla legge sa, invece, di cacciarsi in una trappola. Il topo vi si dibatte. L’uomo, che sa, sta fermo. Fermo, col corpo, s’intende. Dentro, cioè con l’anima, fa poi come il topo, e peggio.
E così facevano, quella mattina d’agosto, nella sala d’aspetto dell’avvocato Zummo i numerosi clienti, tutti in sudore, mangiati dalle mosche e dalla noja.

IL PAESE DELLE MAREE di Amitav Ghosh

Kanai la notò nel momento stesso in cui mise piede sulla banchina affollata. Non si lasciò ingannare né dai capelli neri cortissimi, né dall’abbigliamento da ragazzo, calzoni di cotone sformati e maglietta bianca di qualche taglia in più. Zigzagando con sicurezza fra i venditori di cibarie e di tè che smerciavano la loro mercanzia lungo il binario, non perse d’occhio quella figura esile e aggraziata. Il viso lungo e sottile, la delicatezza dei lineamenti contrastavano con la severità del taglio dei capelli. Niente bindi sulla fronte, niente bracciali e braccialetti, ma al lobo dell’orecchio una piccola borchia d’argento luccicava sulla pelle scura e scurita dal sole.