GIROVAGO di Giuseppe Ungaretti | Testo, parafrasi e commento

In nessuna
parte
di terra
mi posso
accasare

A ogni
nuovo
clima
che incontro
mi trovo
languente
che
una volta
già gli ero stato
assuefatto

E me ne stacco sempre
straniero

Nascendo
tornato da epoche troppo
vissute

Godere un solo
minuto di vita
iniziale

Cerco un paese
innocente

Parafrasi:
In nessun
luogo
della terra
posso stabilirmi
e sentirmi a casa

In ogni
nuova
città
in cui mi trovo
mi sento
privo di forze e disadattato
mentre
una volta
mi ci abituavo

E me ne stacco sempre
come uno straniero

[Voglio] godere
il momento
della creazione, il principio del mondo

risalendo le epoche
della storia e del tempo,
che risultano fin troppo vissute [e dunque corrotte]

Cerco un luogo incorrotto, la purezza originaria

Analisi:
La forma e lo stile. Girovago è la poesia chiave della piccola sezione omonima, costituita di solo cinque liriche, tre delle quali composte al fronte di Bligny, in Francia. Come nella precedente sezione Naufragi, le liriche di Girovago, compreso il componimento omonimo, portano alle estreme conseguenze la frantumazione del testo, al punto che in molti casi una parola coincide con l’intero verso. Altro aspetto legato contemporaneamente all’essenzializzazione del verso e all’evocazione dell’indeterminato e del poetico è l’impiego di articoli indeterminativi in luogo di quelli determinativi (un solo minuto; un paese innocente…) e le preposizioni semplici in luogo di quelle articolate, in particolare l’occorrenza molto frequente della preposizione “di” (in nessuna parte di terra; solo / minuto di vita / iniziale).

I temi. Il tema principale della lirica è il nomadismo e lo sradicamento. Se nella poesia In memoria, scritta nel 1916, Ungaretti credeva saldamente nelle proprie radici, in Girovago, scritta due anni dopo, questa convinzione viene meno, anche in ragione della difficile situazione in cui il poeta-soldato si è venuto a trovare: la partenza per il fronte franco-tedesco in vista dell’offensiva finale. Ungaretti si sente un nomade incapace di trovare un luogo dove “accasarsi”, vive un forte disagio di adattamento, al punto di sentirsi ovunque uno straniero. In realtà, come chiariscono le ultime strofe, il disagio è più esistenziale che storico, infatti il paese innocente che il poeta cerca si situa al di fuori di epoche storiche, che risultano tra l’altro troppo vissute, ma in un solo / minuto di vita / iniziale, quindi prima della possibilità stessa di consumare la vita. Riaffiora, quindi, il tema dell’origine immacolata, non guastata dal vissuto storico e personale. Ciò che il poeta cerca è in definitiva l’eden perduto.