Introduzione a ALLEGRIA (e IL PORTO SEPOLTO) di Giuseppe Ungaretti

Il nucleo dell’opera: Il porto sepolto. Per comprendere la genesi e l’evoluzione dell’Allegria, il libro forse più noto di Ungaretti, è inevitabile partire dal suo nucleo originario, Il porto sepolto, che nel 1916 fu pubblicato come opera autonoma. Il porto sepolto, che raccoglie 32 liriche, nasce dall’esperienza di guerra, infatti Ungaretti lo compone in trincea sul fronte italo-austriaco, sulle alture del Carso. I primi aspetti che emergono dalle liriche di questo volumetto sono il riferimento puntuale alla data e al luogo di composizione, la scansione cronologica dei componimenti e la rinuncia a raccogliere le liriche per temi o schemi metrici. Ne nasce un vero e proprio diario di guerra che come ogni diario si aggrappa all’esperienza vissuta giorno per giorno, all’idea stessa di precarietà e transitorietà e alla mancata progettualità, proprio perché il domani è ignoto, e lo è ancor di più se si fa riferimento a un’esperienza condotta al fronte, a contatto diretto con la morte.

Un’opera organica. Il porto sepolto si presenta come un libro compatto e organico, infatti Ungaretti al termine della stesura allestisce una cornice di quattro liriche, due d’apertura (In memoria e Il porto sepolto) e due di chiusura (Italia e Commiato), che fungono da dedica e introduzione delle tematiche. Emblematica in tal senso è la lirica che dà il titolo alla raccolta ed esprime una vera e propria dichiarazione di poetica: il poeta si inabissa nel porto sepolto (simbolo delle profondità dell’animo e di una traccia memoriale perduta) per riportare alla luce la poesia e rintracciare la purezza originaria smarrita. Accanto a questo tema e a quello della guerra, spesso più sullo sfondo (fanno eccezione alcune liriche dolenti come la celebre San Martino del Carso), emergono nei componimenti successivi gli altri temi fondamentali: l’alba in chiave rigeneratrice e come tensione verso un’esperienza onirica e mistica (in Lindoro di deserto), il rapporto tra vita e morte (in Veglia e Sono una creatura), l’acqua in funzione di elemento purificatore e al contempo simbolo del fluire della vita (nella paradigmatica I fiumi).

L’innovazione metrica. Con questa raccolta Ungaretti introduce una metrica innovativa, fatta di versi brevi e formule concise, che estremizzano l’idea di frammento portata avanti dai poeti vociani. L’estrema sintesi delle poesie, le parole isolate negli spazi bianchi comunicavano la difficoltà stessa della missione poetica, e cioè rigenerare la lingua logorata dalla retorica e dall’uso quotidiano e rimetterla in contatto con l’assoluto, secondo una concezione che trovava le sue basi nella tradizione simbolista. Per queste ragioni l’esperimento ungarettiano fu salutato come fatto nuovo nella lirica italiana.

Testo, parafrasi e commento delle più importanti poesie de Il porto sepolto:
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L’allegria: la struttura e il titolo. Nel 1919 Ungaretti decide di affiancare al Porto sepolto testi scritti dal 1915 al 1919, dando vita a un’opera più ampia, ma meno unitaria, di cinque sezioni. I testi delle sezioni Naufragi e Girovago (tra cui le celebri Soldati, Mattina, Natale e l’eponima Girovago) sono l’ideale evoluzione del Porto sepolto per gli aspetti metrici e tematici (la guerra e la precarietà dell’esistenza umana, il tema dell’esule e la ricerca di un’innocenza originaria) e perché scritte ugualmente durante l’esperienza di guerra, tra il 1917 e il 1918. Le altre due sezioni, Ultime e Prime, rappresentano invece momenti diversi della poetica dell’autore. Il titolo del 1919, Allegria di naufragi (poi mutato in L’allegria), accosta due parole appartenenti a campi semantici del tutto opposti: quello della felicità e della grazia e quello della rovina e del fallimento. In realtà, come lo stesso poeta ha tenuto a precisare, l’allegria nasce dallo scongiurato pericolo di morte, dal naufragio ormai superato. Nello stesso tempo, quasi assecondando una volontà di far coincidere gli opposti, i naufragi rimandano al leopardiano “naufragar m’è dolce in questo mar”, e nelle intenzioni di Ungaretti rispecchiano una condizione di metafisico abbandono alla beatitudine, alla “purezza originaria”.

Testo, parafrasi e commento delle più importanti poesie dell’Allegria:
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