SONO NATO A 28 ANNI di Elena Marnati

Elena Marnati mette tutta la sue esperienza da psicoterapeuta cognitivo-comportamentale al servizio del lettore in un romanzo davvero piacevole da leggere, capace di trasmettere un messaggio semplice ma assolutamente non banale: il benessere non è solo lo stare bene, ma soprattutto l’essere disposti a concederselo.
Un romanzo intelligente che non mancherà di far riflettere il lettore grazie sull’onda delle pause introspettive analitiche della protagonista.

TAGLIAMI LA TESTA SENZA FARMI MALE di Oscar Francioso

La conditio sine qua non per una risposta soddisfacente è porre la domanda giusta. La domanda fondamentale non è né lunga, né complessa da spiegare. È di una semplicità incredibile. La domanda fondamentale è: “e adesso?” Già. “E adesso, che succede?”

UNO STRANO CASO PER IL COMMISSARIO CALLIGARIS di Alessandra Carnevali

…Adalgisa aveva esordito così con l’incarico di nuovo commissario di Rivorosso Umbro, che poi era il luogo dove era nata quasi quarant’anni prima e dal quale se ne era andata da circa venti per studiare e per fare carriera in polizia.
Dopo la laurea in Giurisprudenza conquistata con bacio accademico e a tempo di record alla Sapienza di Roma, con una tesi dal titolo Associazione mafiosa: origini e ipotesi criminologhe e un concorso vinto a pieni voti, Adalgisa era diventata commissario prima di compiere trent’anni e per farsi le ossa aveva lavorato in luoghi dove la vita di un poliziotto ogni mattina è poco più di una scommessa…

L’UMANO SISTEMA FOGNARIO di Cosimo Argentina

Nell’attimo stesso in cui mia madre si accorge che sta per morire mi chiama al suo capezzale per rivelarmi l’identità di mio padre.
Abbiamo vissuto ventott’anni insieme, io e lei, e ci siamo bastati, ma c’ha ‘sto groppo in gola perché mai, dico mai, mi ha rivelato il nome del cavernoso che l’ha messa incinta a trentacinque anni, mandandola poi al diavolo senza né leggere né scrivere…

ALICE NEL PAESE DELLA VAPORITA’ di Francesco Dimitri

Curioso che fosse arrivata proprio a lui. Neanche tanto, pensò. Chissà quanti autori pensavano a riscrivere Alice nel Paese delle Meraviglie. Quando aveva capito di cosa si trattava, era stato tentato di passare il lavoro a qualcun altro. Sofia, per esempio. Con la sua passione per le storie vittoriane, l’avrebbe preso volentieri. Ma poi aveva deciso di accettarlo. Era passato il tempo in cui la Sindrome gli faceva paura…

IL PROFETA di Giuseppe Monea

Danari avrebbe voluto discutere del suo articolo ma fu costretto a indagare sull’agitazione del primario.
«Si può sapere che ti prende? Il solito black out totale? Magari questo qui non sa neanche come si chiama.»
Aveva trattato diverse amnesie con ottimi risultati. Ipotizzò che Rossi lo ricordasse.
«No, no, peggio. Il paziente…» si fermò, con la mano pronta ad abbassare la maniglia della porta d’ingresso «dice di vedere la morte.»
«Allucinazioni? Pensavo peggio.»
«Magari» sospirò Rossi «Questo tizio prevede la morte degli altri.»

ATTI OSCENI IN LUOGO PRIVATO di Marco Missiroli

…c’era quest’opera su sfondo bianco con quattro linee curve che lambivano e davano forma a una croce o a una feritoia, feci un passo indietro e capii che era il punto dove i glutei e le gambe convergono. Lo fissai, delicato e ambiguo, brutale: quel corpo mi conteneva. Conteneva la profanazione della sera prima, il suo azzardo, e il rimpianto del giorno dopo. Il candore irreversibilmente disperso…

L’IMPREVEDIBILE PIANO DELLA SCRITTRICE SENZA NOME di Alice Basso

..e a questo punto succede una cosa strana: Mantegna, che fino a ora non s’è minimamente accorto della mia presenza, fa una specie di salto sul posto senza staccare il coccige dalla sedia, come uno di quei pupazzi snodati ce si allungano premendo un pulsane sul piedistallo. Si gira di colpo nella direzione da cui è venuta la mia voce, cioè l’angolo della stanza fra la porta e la libreria. Lì c’è una poltroncina di velluto verde, e dentro la poltroncina di velluto verde, con un vecchio libro puzzolente a caso fra le mani, ci sono io…

LO SPIRITO DEL BOSCO E ALTRI RACCONTI di Fabio Scaranari

Devo dire che fin dall’inizio avevo percepito che c’era qualcosa di strano. Mi sentivo fissata in ogni momento, senza mai un attimo di tregua. C’era da diventare matti ve lo dico io.
Era colpa di quegli armadi enormi. Mi ricordo ancora che ogni volta che passavo davanti mi costrigevo a non gettarvi uno sguardo ma alla fine cedevo, era più forte di me. L’inquietudine mi assaliva quando ero in una delle camera da letto, non che a trovarsi nelle altre stanze fosse un mare di serenità…

UN POSTO TRANQUILLO PER UN DELITTO di Barbara Sessini

“Disdire il ristorante, annullare la cerimonia in Comune, cancellare l’ordine delle bomboniere”.
«Marco, vuoi qualcosa mentre aspetti? Un po’ d’acqua?»
«No, grazie Astolfi. Non riesco a mandare giù proprio niente».
Il poliziotto aveva interrotto il flusso dei suoi pensieri. Fare elenchi delle incombenze pratiche che lo aspettavano era l’unica cosa che Marco avesse trovato per non crollare, per non presentarsi dal commissario completamente in lacrime. Aveva già dato spettacolo in aereo, non era riuscito neanche a trattenere i singhiozzi…