SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE di Italo Calvino

Se una notte d’inverno un viaggiatoreTitolo: Se una notte d’inverno un viaggiatore
Autore: Italo Calvino
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In breve:
Il romanzo comincia in una stazione ferroviaria, sbuffa una locomotiva, uno sfiatare di stantuffo copre l’apertura del capitolo, una nuvola di fumo nasconde parte del primo capoverso. Nell’odore di stazione passa una ventata d’odore di buffet della stazione. C’è qualcuno che sta guardando attraverso i vetri appannati, apre la porta a vetri del bar, tutto è nebbioso, anche dentro, come visto da occhi dì miope, oppure occhi irritati da granelli di carbone. Sono le pagine del libro a essere appannate come i vetri d’un vecchio treno, è sulle frasi che si posa la nuvola di fumo. E una sera piovosa; l’uomo entra nel bar; si sbottona il soprabito umido; una nuvola di vapore l’avvolge; un fischio parte lungo i binari a perdita d’occhio lucidi di pioggia.
Un fischio come di locomotiva e un getto di vapore si levano dalla macchina del caffè che il vecchio barista mette sotto pressione come lanciasse un segnale, o almeno così sembra dalla successione delle frasi del secondo capoverso, in cui i giocatori ai tavoli richiudono il ventaglio delle carte contro il petto e si voltano verso il nuovo venuto con una tripla torsione del collo, delle spalle e delle sedie, mentre gli avventori al banco sollevano le tazzine e soffiano sulla superficie del caffè a labbra e occhi socchiusi, o sorbono il colmo dei boccali dì birra con un’attenzione esagerata a non farli traboccare. II gatto inarca il dorso, la cassiera chiude il registratore di cassa che fa dlìn. Tutti questi segni convergono nell’informare che sì tratta d’una pìccola stazione di provincia, dove chi arriva è subito notato.

I meccanismi della narrazione. Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979) è il romanzo più ardito di Italo Calvino, dal taglio decisamente sperimentale che lo colloca non distante dalle operazioni della coeva Neoavanguardia. Fin dal titolo vengono posti al centro dell’orchestrazione narrativa i temi dell’incompiutezza e del non-finito, che caratterizzano l’impianto del libro: vengono ripercorsi i temi fondanti della scrittura calviniana, come quello del labirinto e dell’organizzazione razionale come strategia di uscita da esso, ma l’autore parte stavolta da una prospettiva che estremizza le potenzialità e il ruolo della letteratura. Con Se una notte d’inverno un viaggiatore Calvino va infatti oltre la letteratura potenziale e combinatoria per approdare alle soglie del postmoderno: memore della lezione strutturalista, l’autore saggia la struttura e le funzioni del testo, smontando e rimontando le parti che lo compongono, e ne mette in crisi i meccanismi narrativi tradizionali. Più che nel precedente romanzo Le città invisibili, sono posti in rilievo gli artifici su cui è basata la letteratura e il risultato è un libro da un lato ricco di colpi di scena, dall’altro dal taglio intellettualistico. Queste caratteristiche ne fanno la summa dell’opera calviniana, sempre in bilico tra il controllo formale, un impianto “a freddo” nato quasi a tavolino, e una sorprendente inventiva e capacità romanzesca.

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