Il nostro orecchio aveva appena finito di ascoltare la prima voce,
quando eccone giungere un’altra con un gran rumore,
simile a quello di un tuono che segue da vicino un’altro tuono:
“Io sono Aglauro, la principessa che fu trasformata in pietra”;
ed allora, per farmi stretto vicino al poeta Virgilio,
mossi i miei passi vestro destra e non invece in avanti.
L’aria si era già fatta nuovamente immobile e quieta;
e Virgilio mi disse: “Quelli che hai sentito sono i duri esempi
che dovrebbero aiutare gli uomini a stare entro i loro limiti.
Ma voi uomini prendete invece in bocca l’esca, così che l’amo
dell’antico avversario, il demonio, vi attira poi facilmente a lui;
e pertanto servono a poco sia il freno che gli avvertimenti.
Il cielo vi chiama a sé e ruota anche intorno a voi,
mostrandovi le sue bellezze eterne, la sua felicità eterna,
ma i vostri occhi sono otinati nel continuare a guardare in basso, a terra;
ed è per questo che Dio, colui che tutto vede, vi punisce.”
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