COSTRETTA AL SILENZIO di Linda Castillo

Amanda Horner aveva smesso di credere ai mostri all’età di sei anni, quando ancora sua madre controllava nell’armadio e guardava sotto al letto ogni notte. Ma a ventun anni, legata e martoriata, stesa nuda su un pavimento di cemento freddo come il ghiaccio, riprese a crederci…

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi

«Sto bene, quante volte vuole chiedermelo?»
Lo psichiatra si sporse verso di lui. «Allora mi spieghi una cosa: Se lei è incolume, a chi appartiene il sangue che c’è sui suoi vestiti?»
Vogel improvvisamente non seppe cosa dire. La rabbia evaporò e i suoi occhi si posarono sullo specchio che Flores gli aveva messo davanti.
Solo così le vide…

L’IPOTESI DEL MALE di Donato Carrisi

Roger Valin. Volto scavato, sguardo assente. Capelli incanutiti anzitempo. L’unica foto che erano riusciti a reperire era allegata al badge che usava per entrare in ufficio – completo grigio chiaro, camicia a righe sottili, cravatta verde.
Scomparso inspiegabilmente nel nulla una mattina di ottobre.
Diciassette anni prima…

IL PROFETA di Giuseppe Monea

Danari avrebbe voluto discutere del suo articolo ma fu costretto a indagare sull’agitazione del primario.
«Si può sapere che ti prende? Il solito black out totale? Magari questo qui non sa neanche come si chiama.»
Aveva trattato diverse amnesie con ottimi risultati. Ipotizzò che Rossi lo ricordasse.
«No, no, peggio. Il paziente…» si fermò, con la mano pronta ad abbassare la maniglia della porta d’ingresso «dice di vedere la morte.»
«Allucinazioni? Pensavo peggio.»
«Magari» sospirò Rossi «Questo tizio prevede la morte degli altri.»

UN POSTO TRANQUILLO PER UN DELITTO di Barbara Sessini

“Disdire il ristorante, annullare la cerimonia in Comune, cancellare l’ordine delle bomboniere”.
«Marco, vuoi qualcosa mentre aspetti? Un po’ d’acqua?»
«No, grazie Astolfi. Non riesco a mandare giù proprio niente».
Il poliziotto aveva interrotto il flusso dei suoi pensieri. Fare elenchi delle incombenze pratiche che lo aspettavano era l’unica cosa che Marco avesse trovato per non crollare, per non presentarsi dal commissario completamente in lacrime. Aveva già dato spettacolo in aereo, non era riuscito neanche a trattenere i singhiozzi…

SGUARDO INQUIETO di Donatella Garitta Saracino

Ho ucciso.
In maniera premeditata, per odio e vendetta.
L’ho fatto con perizia, cercando di non lasciare nulla al caso; ho curato tutto nei minimi dettagli ma proprio un dettaglio, quasi insignificante, ha portato gli inquirenti ad arrestarmi e condannarmi.
Presto lascerò la prigione, per sempre, e avrò quella libertà a lungo desiderata e che speravo di raggiungere eliminando la persona che mi aveva a lungo fatto soffrire.
Quando la mia vittima ha esalato l’ultimo respiro e ho realizzato che tutto era terminato ho provato sollievo e poi… smarrimento…

IL TESSITORE DI SOGNI di Alex Calvi

Sam Banks, uno dei miei più cari amici d’infanzia, si suicidò il 7 marzo alle 11.32 am. Evidentemente voleva andare sul sicuro, perché scelse di spararsi in testa con una Beretta calibro 9.
Circa tre ore dopo, alzò la cornetta e mi telefonò.
Purtroppo, però, in quel momento non ero in casa e lui mi lasciò un messaggio sulla segreteria telefonica.

NON SONO UN ASSASSINO di Francesco Caringella

Incontrai Giovanni il 3 dicembre 2014, alle sette e venti del mattino. Era un mercoledì.
Avevo ricevuto una sua telefonata alle cinque.
L’ultimo trillo era stato lacerante.
Con gli occhi ancora chiusi ero riuscito ad agguantare la cornetta.
Quella conversazione avrebbe cambiato la mia vita.

Giovanni era sì mattiniero, ma non fino al punto di essere in piedi all’alba. Qualcosa doveva aver scombussolato il copione metodico delle sue giornate. Qualcosa
di grave o, comunque, di molto strano…

LA CHIAVE DI DANTE di G.L. Barone

Il telefono squillò.
L’uomo aprì gli occhi lentamente e in un primo momento faticò a riconoscere la stanza in cui si trovava.
Il trillo, intanto, era sempre più insistente. Da lontano e sommesso era diventato forte e chiaro, come un punteruolo che si incuneava nel suo cervello.
«Pronto», balbettò con la bocca impastata che sapeva ancora di alcol.
«Signor Cassini, è la reception», rispose una voce educata in un italiano perfetto.
Lo specchio barocco contornato in oro, la tappezzeria rossa e beige, il soffitto alto sei metri: adesso tutto cominciava ad apparire più familiare. Era nella suite Imperiale dell’hotel Ritz. Stava sdraiato nello stesso letto a baldacchino che la sera precedente aveva diviso con… la ragazza dallo strano braccialetto… come aveva detto di chiamarsi?
«Professore, ci aveva dato disposizioni precise», continuò la voce dall’altro capo del telefono. «Ci aveva chiesto di svegliarla alle 9 in punto».
Manuel Cassini si mise seduto sul letto. Con i piedi nudi sfiorò appena il tappeto. «Grazie», sussurrò con un filo di voce. In quel momento, la testa gli girava come se si fosse scolato un’intera cassa di Dom Pérignon. Almeno era quello che pensava, visto che non aveva l’abitudine di bere molto e non ricordava di essersi mai sentito tanto spossato…

IL CACCIATORE DEL BUIO di Donato Carrisi

.. Poi lui le posò una mano sulla guancia e lei capì che era giunto il momento. Si staccò da lui, sicura che Giorgio si sarebbe chiesto il perchè, forse immaginando un ripensamento. Stava per dirgli quel “ti amo” che aveva trattenuto per tutta la giornata. Ma invece di badare a lei, Giorgio si voltò lentamente verso il parabrezza. Quel gesto la punse nell’orgoglio, come se improvvisamente lei non meritasse la sua totale attenzione. Avrebbe voluto chiedergli spiegazioni, ma si frenò. c’era stupore interrogativo nello sguardo di Giorgio. Allora anche Diana si voltò.
In piedi, davanti alcofano, c’era qualcuno. E li stava fissando.