IL GIARDINO DEI FIORI SEGRETI di Cristina Caboni

Quello che faceva nelle notti di luna crescente era proibito. Se l’avessero scoperta avrebbe passato molto più di un semplice guaio. Ne era pienamente consapevole. Eppure continuava a cercare luoghi dove collocare i suoi giardini.
Il mondo aveva bisogno di fiori.
Quella era la sua unica certezza…

SCHERZETTO di Domenico Starnone

Una sera Betta mi telefonò più nervosa del solito per capire se me la sentivo di badare al figlio mentre lei e suo marito partecipavano a un convegno di matematici a Cagliari.
Vivevo a Milano da un paio di decenni e spostarmi a Napoli, nella vecchia casa che avevo ereditato dai miei genitori e nella quale mia figlia abitava da prima di sposarsi, non mi entusiasmava. Avevo più di settant’anni e una lunga vedovanza mi aveva disabituato alla convivenza, ero a mio agio solo nel mio letto e nel mio bagno.
…alla richiesta di Betta mi venne spontaneo rispondere:
“Ci tieni proprio molto a questo convegno?”

CANDORE di Mario Desiati

Le amavo tutte. Cominciai guardando le eroine della Golden Age, che non prendevano neanche un caffe senza tenere addosso pizzi, veli e corpetti. Mi crogiolavo nei dettagli, gli anelli alle mani, la tensione di una caviglia sui tacchi alti, la grana del nylon in una calza scesa. Di un film porno amavo la contrattazione che precedeva l’incontro («Te la senti, ragazza? Ma sai quanti sono?»), l’improbabile seduzione a cui sarebbe seguito il sesso. Al momento della penetrazione ero già andato via.

TAGLIAMI LA TESTA SENZA FARMI MALE di Oscar Francioso

La conditio sine qua non per una risposta soddisfacente è porre la domanda giusta. La domanda fondamentale non è né lunga, né complessa da spiegare. È di una semplicità incredibile. La domanda fondamentale è: “e adesso?” Già. “E adesso, che succede?”

WONDER di R. J. Palacio

So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’box. E le cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.
Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini…

L’UMANO SISTEMA FOGNARIO di Cosimo Argentina

Nell’attimo stesso in cui mia madre si accorge che sta per morire mi chiama al suo capezzale per rivelarmi l’identità di mio padre.
Abbiamo vissuto ventott’anni insieme, io e lei, e ci siamo bastati, ma c’ha ‘sto groppo in gola perché mai, dico mai, mi ha rivelato il nome del cavernoso che l’ha messa incinta a trentacinque anni, mandandola poi al diavolo senza né leggere né scrivere…

NIENTE E’ COME TE di Sara Rattaro

Quando l’aereo ha toccato terra è stato come ricevere una frustata su una ferita aperta.
L’uomo seduto accanto a me sembrava tranquillo. Mi ha fatto qualche domanda appena siamo saliti, ma poi ha desistito e si è voltato a fissare il vuoto. Credo di essermi addormentata.

“Margherita, dobbiamo scendere”
Scendere? Improvvisamente non sapevo più dove fossi e nemmeno chi era quell’uomo che mi stava chiamando…

LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICE di Lorenzo Marone

Mi chiamo Cesare Annunziata, ho settantasette anni, e per settantadue anni e centoundici giorni ho gettato nel cesso la mia vita. Poi ho capito che era giunto il momento di usare la considerazione guadagnata sul campo per iniziare a godermela sul serio…

ATTI OSCENI IN LUOGO PRIVATO di Marco Missiroli

…c’era quest’opera su sfondo bianco con quattro linee curve che lambivano e davano forma a una croce o a una feritoia, feci un passo indietro e capii che era il punto dove i glutei e le gambe convergono. Lo fissai, delicato e ambiguo, brutale: quel corpo mi conteneva. Conteneva la profanazione della sera prima, il suo azzardo, e il rimpianto del giorno dopo. Il candore irreversibilmente disperso…

OGNUNO POTREBBE di Michele Serra

Nelle fotografie mi si riconosce perché sono l’unico che non fa niente. Non saluto, non rido, non faccio smorfie, non sventolo le braccia, non mostro pollici o indici secondo la mimica manuale in uso, non mi protendo verso l’obiettivo, non abbraccio il vicino, non ammicco. Niente. Non mi viene da fare proprio niente. Sono nient’altro che me stesso in tutta la mia inerte normalità, in un istante casuale tra i tanti che compongono la mia vita…