IL FU MATTIA PASCAL di Luigi Pirandello

Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de’ miei amici o conoscenti dimostrava d’aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:
— Io mi chiamo Mattia Pascal.
— Grazie, caro. Questo lo so.
— E ti par poco?
Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all’occorrenza:
— Io mi chiamo Mattia Pascal.

I MALAVOGLIA di Giovanni Verga

Nel suo capolavoro, I Malavoglia (1881), Verga racconta la sventurata storia di un gruppo di poveri pescatori siciliani, ponendosi ai vertici della letteratura italiana, senza incorrere nel folklore populista che caratterizzava, e caratterizzerà, molte opere ambientate tra le classi più umili. La vicenda dei Toscano, detti “Malavoglia”, di Acitrezza è emblematica della dissoluzione di un mondo che sta per essere cancellato dall’epoca moderna…

UNO, NESSUNO E CENTOMILA di Luigi Pirandello

Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altre parti della mia persona. Per cui m’era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non han­ no avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze. La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto perciò mi stizzí come un immeritato castigo…

ROSSO MALPELO di Giovanni Verga

Titolo: Rosso Malpelo Autore: Giovanni Verga In breve: Malpelo si chiamava così perchè aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perchè era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone. Sicchè tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre, col sentirgli dir sempre a…

MASTRO DON GESUALDO di Giovanni Verga

Suonava la messa dell’alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perché era piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt’a un tratto, nel silenzio, s’udì un rovinìo, la campanella squillante di Sant’Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia, gridando:
– Terremoto! San Gregorio Magno!

LE MIE PRIGIONI di Silvio Pellico

Titolo: Le mie prigioni Autore: Silvio Pellico In breve: Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sue bella, e…

IL GATTOPARDO di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Titolo: Il Gattopardo Autore: Giuseppe Tomasi di Lampedusa In breve: La recita quotidiana del Rosario era finita. Durante mezz’ora la voce pacata del Principe aveva ricordato i Misteri Gloriosi e Dolorosi; durante mezz’ora altrevoci, frammiste, avevano tessuto un brusio ondeggiante sul quale si erano distaccati i fiori d’oro di parole inconsuete: amore, verginità, morte; e durante…

IL DESERTO DEI TARTARI di Dino Buzzati

Titolo: Il deserto dei Tartari Autore: Dino Buzzati In breve: Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione. Si fece svegliare ch’era ancora notte e vestì per la prima volta la divisa di tenente. Come ebbe finito, al lume di una lampada a petrolio si…