Riassunto canto 1 (I) del poema Orlando Furioso

Angelica ed Orlando tornano insieme dall’Oriente e si recano là dove re Carlo aveva insediato il proprio esercito, per dare battaglia a re Agramante, giunto dall’Africa per vendicare la morte di Traiano, e al suo alleato il re Marsilio.

Rinaldo, anch’egli innamorato di Angelica, giunge anche lui sul posto ed entra subito in conflitto con Orlando. Carlo Magno è quindi costretto, per porre fine al conflitto amoroso, ad affidare la bella donna a Namo di Baviera, promettendola quindi in dono a chi dei due duellanti risulterà il più valoroso nella imminente battaglia contro i saraceni.

I cristiani vengono però sconfitti e sono costretti a ritirarsi. Il duca Namo viene fatto prigioniero ed Angelica, rimasta incustodita, approfitta della situazione per fuggire a cavallo.

Inoltratasi in un bosco, incontra Rinaldo che avanza correndo, avendo in precedenza perduto il proprio cavallo. Angelica impaurita, cambia prontamente direzione e fugge al cavaliere.

Giunta sulla riva di un fiume incontra quindi il saraceno Ferraù che, spinto da un grande desiderio di dissetarsi e di riposarsi, si era allontanato dal campo di battaglia. Nel gesto di bere aveva però perduto il proprio elmo e si si era quindi poi dovuto fermare oltre per cercarlo.

Ferraù, probabilmente anch’egli vittima del fascino di Angelica, corre in aiuto della donzella, sguaina la spada ed affronta Rinaldo. Angelica approfitta della situazione e riprende la fuga.

Dopo un feroce combattimento senza vincitore i due però decidono di non perdere ulteriormente tempo e di correre insieme, sullo stesso cavallo, all’inseguimento della donna, rimandando quindi il duello. Ad un bivio devono però separarsi.

Dopo diverse vicissitudini, Ferraù si ritrova infine nuovamente al fiume e si rimette a cercare l’elmo. Dalle acqua vede comparire Argalia, cavaliere ucciso da Ferrù, che lo rimprovera per non avere mantenuto, se non per caso (con la perdita dell’elmo), la promessa data di gettare le sue armi.

Argalia lo incita quindi a conquistare l’elmo di Orlando o di Rinaldo in sostituzione del suo, promesso ma mai restituito. Ferraù per la vergonga e per l’ira decide di fare qualunque cosa per soddisfare almeno questa ultima richiesta e si lancia alla ricerca di Orlando.

Poco dopo aver lasciato Ferraù, Rinaldo vede ricomparire il suo cavallo Baiardo. Cerca di richiamarlo a se ma il cavallo si allontana.

Temendo di avere ancora alle spalle Rinaldo, Angelica prosegue nella sua fuga fino a giungere il giorno dopo presso un ruscelletto presso il quale decide di riposarsi, nascosta in un cespuglio.

Ginge al ruscello anche un cavaliere, Sacripante, piangente e disperato per non essere riuscito ad avere Angelica. La donzella lo riconosce, sa dell’amore di lui e decide di sfruttarlo per farsi fare da guida. Esce dal cespuglio e si mostra quindi a lui.

Ma proprio mentre Sacripante è deciso ad approfittare egli stesso della situazione, compare un cavaliere misterioso completamente vestito di bianco che lo interrompe.

I due si affrontano subito in duello. Il cavallo di Sacripante viene ucciso e cadendo, tiene imprigionato sotto il proprio peso il proprio padrone.

Angelica aiuta allora il cavaliere, nuovamente sospirante per la vergogna della situazione, a rialzarsi e lo conforta.

Arriva in quel momento anche un messaggero lanciato all’inseguimento del cavaliere bianco e in cambio delle informazioni ricevute circa la direzione da prendere, annuncia a Sacripante che a disarcionarlo è stata una donna, Bradamante.

Sacripante ed Angelica montano quindi sul cavallo di Angelica e si allontanano. Percorsa poca strada incontrano Baiardo, che, dopo aver allontanato Scaripante, viene avvicinato da Angelica e si lascia quindi montare dal cavaliere.

Sopraggiunge infine Rinaldo a piedi. Rinaldo ama con tutto se stesso Angelica, tanto quanto lei lo odia. In passato i sentimenti dei due erano esattamanete il contrario, è stata una fontana fatata ad invertire la situazione.

Riassunto capitolo 2 >