Riassunto canto 44 (XLIV) del poema Orlando Furioso

Sullo scoglio dell’eremita tutti i cavalieri dimenticano ogni vecchio rancore e si comportano come se fossero fratelli.
Rinaldo mostra un affetto particolare per Ruggiero, perché ne rispetta il valore e lo vede molto cortese, ma soprattutto perché si sente fortemente in debito con il cavaliere, avendo saputo che aveva salvato prima Ricciardetto e poi Malagigi e Viviano.
L’eremita approfitta dell’occasione per convincere apertamente il paladino a non opporsi al matrimonio di Ruggiero con la sorella Bradamante, e lasciare così che le due nobili stirpi si uniscano per dare origine alla loro illustre discendenza.
In realtà in quegli stessi giorni Amone, padre di Bradamante, con il consenso di Carlo Magno, aveva promesso a Costantino, imperatore dell’Impero Romano d’Oriente, di dare in sposa la figlia al suo successore Leone. La decisione ultima era stata comunque rimandata al giorno del ritorno di Rinaldo.

Ruggiero riceve indietro da Orlando la spada Balisarda, l’armatura in precedenza appartenuta ad Ettore, ed il cavallo Frontino. Tutti i cavalieri ritornano infine sull’imbarcazione e riprendono il loro viaggio verso la Francia. Sbarcheranno infine a Marsiglia.

Ritornando in Africa da Astolfo, il paladino, sapute le vicende di Lampedusa e vedendo che ormai l’Africa non poteva più nuocere alla Francia, fa ritornare il popolo etiope alla sua terra di origine. Prima di partire per la Francia in sella all’ippogrifo, il cavaliere ringrazia Senapo per il supporto e gli consegna l’otre in cui aveva imprigionato il violento vento australe, chiedendogli quindi di liberarlo non appena avesse superato il deserto.
Anche Dudone aveva in precedenza riportato in Etiopia la parte di esercito che gli era stata assegnata. Navi e cavalli, creati per incantesimo, ritornato quindi infine alla loro forma originale: rami e sassi.

Giunto in Provenza Astolfo, come da richiesta dell’evangelista Giovanni, lascia libero l’ippogrifo. Anche il suo corno magico non ha ormai più alcun potere, essendo rimasto il suo terribile suono sulla luna tra le cose perse.
Astolfo giunge infine a Marsilia il giorno stesso in cui ci giungono via mare anche gli altri.

Tutti i cavalieri proseguono insieme il viaggio verso Parigi e vengono quindi accolti festosamente da Carlo Magno e da tutta la sua corte. Parigi è in festa ed i paladini vengono salutati come liberatori dell’impero.

Rinaldo informa il padre Amonio di aver promesso Bradamante in sposa a Ruggiero. Il padre e la madre del cavaliere lo rimproverano però per aver agito in autonomia e si oppongono alla sua volontà, avendo ormai deciso che la donna diverrà sposa di Leone, sicuramente più ricco e potente di Ruggiero. Viene chiesto a Bradamante di esporre la sua volontà, lei non osa però proferire parola e rimane in silenzio.
Quando si trova finalmente da sola, la donna si dispera, non sapendo come comportarsi: rispettare il volere dei genitori andando contro ai propri desideri o seguire il proprio cuore mettendo da parte l’ubbidienza dovuta al padre ed alla madre?
Bradamante sa di non poter andare contro all’Amore e sa inoltre di avere dalla sua parte Rinaldo ed Orlando, si convince quindi infine ad opporsi alla volontà dei genitori.

Anche Ruggiero è tormentato dai suoi pensieri, avendo saputo che Amone e la moglie, Beatrice, volevano fare sposare la sua amata con il figlio dell’imperatore Costantino. Il cavaliere è dotato di ogni valore, ma non possiede tante ricchezze quante vengono richieste dai genitori di Bradamante.
Il cavaliere vorrebbe aver almeno un anno di tempo per sottrarre l’impero a Costantino ed al figlio Leone, così da potersi ripresentare con la corona necessaria per ottenere in moglie l’amata Bradamante. Se questo non gli venisse concesso ed la sua donna andasse in sposa all’avversario, si dichiara subito pronto a vendicarsi di Constantino e Leone.
Teme infine che l’amata venga meno alle promesse fatte e sia dosposta a sposare il futuro imperatore.

Bradamante viene a sapere delle preoccupazioni che affliggono il cavaliere e manda una sua fedele cameriera a dirgli che il suo amore per lui è e rimarrà per sempre forte. gli dice quindi che nessuna corona né ricchezza potrà mai modellare il suo cuore sull’immagine di un altro uomo.

Ripreso il proprio originale coraggio, Bradamante si presenta da re Carlo e gli chiede, come riconoscimento per i servizi svolti, che le prometta di non lasciarla sposare a nessun uomo che non mostri di esserle superiore in armi.
Il patto non viene fatto in segreto e la notizia non tarda a giungere alle orecchie dei genitori di Bradamante. Avendo capito che la figlia punta a sposare Ruggiero, Amone e Beatrice allontanano la donna da Parigi e la portano quindi nella loro fortezza di Roccaforte, con l’intenzione di mandarla poi in Oriente.
Ruggiero, vedendo che la sua amata gli è stata sottratta e temendo che possa infine andare in sposa a Leone, indossa le armi per muovere guerra all’imperatore, ucciderlo ed impossessarsi del suo regno. Si mette in viaggio e giunge infine in Bulgaria. Vicino a Belgrado trova l’esercito di Costantito e Leone intento a combattere contro quello bulgaro, con l’obiettivo di riconquistare la capitale. L’esercito imperiale è nettamente superiore a quello avversario per numero e mezzi, ed in poco tempo i soldati bulgari vengono messi in fuga.
Ruggiero interviene allora in difesa degli sconfitti, ferma la loro fuga e si lancia subito all’attacco. Il cavaliere fa una strage e l’esito della battaglia viene totalmente capovolto, sono ora i bulgari ad inseguire gli avversari in fuga.
Leone vede gli avvenimenti da un colle e non può fare a meno di apprezzare il valore di quel cavaliere misterioso. Non si cura dei suoi che vengono uccisi ed anzi si preoccupa che l’uomo possa essere ferito. Il figlio dell’imperatore chiama infine la ritirata.

Il popolo bulgaro ha perso in battaglia il proprio re ed ora chiedono tutti a Ruggiero di diventare il nuovo sovrano. Il guerriero rifiuta la proposta dicendo di non poter rimanere, essendo il suo solo scopo quello di dare la caccia a Costantino e Leone per ucciderli.
Il cavaliere si rimette subito in sella e corre al galoppo dietro al nemico, che però si è già messo in salvo. Non trovando dimora alcuna dove riposare, Ruggiero prosegue il suo viaggio per tutta la notte.
Il giorno dopo il guerriero capita in una città governata da Ungiardo, caro amico dell’imperatore Costantino, e va a riposare nello stesso albergo in cui alloggia un cavaliere rumeno scappato a fatica alla sua spada il giorno prima.
Il cavaliere riconosce il valoroso guerriero e subito corre ad informare della sua presenza Ungiardo.

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