LA COLLERA DI NAPOLI di Diego Lama

La collera di NapoliTitolo: La collera di Napoli
Autore: Diego Lama
Genere: Giallo
Pagine: 231
Editore: Mondandori
Acquista ora su AMAZON.it

In breve:
– Ne hanno trovata un’altra – disse Serra inarcando le sopracciglia.
Il commisario rimase di stucco, come se avesse ricevuto uno scappellotto dietro la nuca.
– Un’altra? E quando?
– Questa notte, anzi, questa mattina, alle cinque: un pescatore ha visto il corpo sulla spiaggia.
– Maledetta miseria! – urlò soffiando lontano il fumo del sigaro. – Mannaggia, mannaggia,mannaggia.
– Una ragazzina… – aggiunse Serra
– Quandi anni aveva?
– Non lo so, ma era giovane come le altre.
– A quante siamo? – Veneruso abbassò lo sguardo e scosse latesta: lo sapeva quante erano, erano cinque.
– So’ quattro – disse Serra.
– Cinque! – lo corresse il commisario rialzando gli occhi verso il giovane poliziotto. – cinque!
No, non poteva sbagliare anche quello, anche il numero delle vittime, basta! Veneruso calò un pugno sul tavolo. Basta!
– Cinque! – urlò di nuovo, più forte, fissandolo con occhi gonfi di collera. – Hai capito? Cinque!

Il libro:
Siamo a Napoli, settembre 1884. Mentre un’epidemia di colera sta investendo la città provocando un’inarrestabile ondata di contagio e di morte, Veneruso, un commissario di polizia depresso e irritabile, indaga sul ritrovamento dei cadaveri di alcune ragazzine, uccise e abbandonate su una spiaggia vicino al porto.

Spetta a Veneruso fermare il misterioso assassino delle Sirene, come le hanno chiamate i giornali, e ora che alla macabra lista se ne aggiunge un’altra, la quinta, gli sembra quasi di averla uccisa lui per mancanza d’impegno o per inettitudine: non ha ancora nessuna pista da seguire e quindi nessuna possibilità di fermare il massacro. I corpi delle giovani sono stati lasciati alle mercé di pesci e topi, che ne hanno dilaniato le carni più tenere rendendo così difficile ogni analisi scientifica.

La denunciata della scomparsa di una ragazzina di nome Linda D’Onofrio fatta da suor Giuseppina, direttrice di un orfanotrofio, dà finalmente una spinta alle indagini indirizzandole verso il convento di Santa Maria Vergine di Porta Capuana.

Le ragazze ospitate sono tantissime ed i controlli molto difficili, ma dal convento è praticamente impossibile uscire inosservate. Impossibile anche che un estraneo possa essersi intrufolato dall’esterno. Nell’edificio, oltre alle orfane, ci sono solo due preti, unici due maschi, e diverse suore: è su tutti loro che si concentrano inevitabilmente le indagini di Veneruso e dei suoi indolenti ma intuitivi collaboratori, portando presto allo scoperto passioni segrete, giochi di potere, vizi inconfessabili e relazioni pericolose tra le ragazze dell’istituto ed anche i loro tutori.

Tra continue menzogne e incoffessabili verità, nuovi casi e duri avvenimenti, Veneruso condurrà le indagini a suo modo, alla ricerca di una verità che sa essere scomoda… e che per questo non avrà forse mai giusta punizione.

Diego Lama propone un romanzo costruito davvero in modo originale e coinvolgente: verte sempre intorno ad un caso centrale, l’assassinio delle Sirene, ma si presenta come una sorta di diario giornaliero della vita del protagonista Veneruso ed è quindi di ben più ampio respiro.

Giorno dopo giorno risolveremo insieme a lui molti casi paralleli, scopriremo attraverso i suoi occhi strani personaggi e storie nascoste in una Napoli di fine secolo splendida e tormentata.
La collera di Napoli più che una lettura è quindi un’esperienza. A noi è piaciuta molto e la consigliamo a tutti!

ACQUISTALO ADESSO!

Diego Lama ha vinto con La collera di Napoli il premio Alberto Tedeschi 2015, assegnato dalla redazione del Giallo Mondadori al miglior giallo inedito. Viene celebrata la nascita di un nuovo, potente personaggio della narrativa gialla italiana: il commissario Veneruso, uomo di saldi principi e mille preoccupazioni, che con il piglio del grande investigatore indaga nei vicoli e nei palazzi sontuosi di una Napoli di fine Ottocento devastata dal colera.
“Non era un investigatore raffinato, i casi li risolveva sempre sul posto parlando con la gente, ascoltando, osservando, stuzzicando, studiandone i movimenti, interpretando gli sguardi, le esitazioni, i turbamenti, la rabbia e mascherando tutte le bugie.”