I MALAVOGLIA di Giovanni Verga | Riassunto

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Trama:
I Malavoglia sono una famiglia siciliana di pescatori originaria di Acitrezza, frazione di Aci Castello in provincia di Catania. Nonostante il soprannome a loro attribuito, il loro vero cognome è Toscano, i Malavoglia sono da sempre persone molto operose e attive. La famiglia, di tipo patriarcale, è retta dal nonno, l’autoritario capofamiglia, Padron ‘Ntoni. Ci sono poi il figlio di lui Bastiano chiamato Bastianazzo per la sua imponente mole, la cognata Maruzza detta la Longa, ed i nipoti, in ordine d’età, ‘Ntoni, Luca, Filomena chiamata Mena e soprannominata Sant’Agata perché sempre curva sul telaio, Alessi e Lia.

La buona sorte dei Malavoglia inizia a incrinarsi quando il maggiore dei nipoti, ‘Ntoni, viene chiamato per la leva militare obbligatoria. L’economia della famiglia, a parte piccoli lavoretti svolti dalle donne e dai più piccoli, si basa sull’attività della pesca. Oltre alla loro abitazione, la casa del nespolo, sono così la barca, chiamata Provvidenza, e le robuste braccia dei maschi la loro più importante ricchezza. L’assenza del nipote maggiore è per i Malavoglia un duro colpo economico, che spinge Padron ‘Ntoni ad azzardare la speculazione sul commercio dei lupini, presi a credito dallo zio Crocifisso, un potente usuraio soprannominato Campana di legno per la sua capacità di non ascoltare la gente che cerca di ripagarlo a chiacchiere. Durante il trasporto della merce la barca viene però sorpresa da una violenta tempesta. Verrà ritrovata mezza distrutta in mezzo agli scogli: Bastianazzo muore annegato ed il carico di lupini è andato perso.

Il giovane ‘Ntoni fa ritorno dalla leva, ma non ha più la testa per essere d’aiuto alla famiglia. Il ragazzo già prima di partire non era proprio in linea con la vocazione naturale dei Malavoglia, sempre presi dal lavoro e dalla smania di risparmiare denaro per investimenti futuri o per tirare insieme la dote richiesta a maritare le ragazze. Dopo aver visto a Napoli la bella vita delle grandi città e aver maturato il disprezzo per la disciplina durante il servizio nella marina militare, il nipote maggiore non riesce più ad adattarsi alla umile vita della famiglia andando in contrasto con il nonno: vuole di più, vuole andare in cerca di fortuna, vuole smettere di uccidersi di lavoro senza avere mai prospettive di miglioramento sociale.

Tornano le forti braccia del giovane ‘Ntoni, ma arriva il momento di partire per la leva per Luca, molto più coscienzioso rispetto al fratello. Il ragazzo non farà invece più ritorno: morirà durante la battaglia di Lissa, aggiungendo così un secondo lutto alle disgrazie dei Malavoglia.

Nel frattempo la famiglia è costretta a lavorare a giornata per padron Fortunato Cipolla, un ricco concittadino, per racimolare i soldi necessari a riparare e rimettere in mare la Provvidenza. Servono anche i soldi per ricostruire la dote di Mena, oltre a quelli richiesti per pagare i lupini presi a credito.

I Malavoglia ci mettono tutto il loro impegno e poco alla volta, ognuno con il suo contributo, riescono anche quasi a tornare a galla; il debito d’onore con lo zio Crocifisso è però una ferita oramai infetta, è stato rimandato troppo oltre. L’usuraio vende il debito ad Agostino Piedipapera, suo consigliere in affari, così che si possa passare all’azione senza doversi esporre direttamente: i Malavoglia sono costretti a pagarlo abbandonando la casa del nespolo e come unica ricchezza rimane loro ora solo la barca. Mena, rimasta senza dote, vede improvvisamente annullato il proprio matrimonio con Brasi Cipolla ed anche il giovane ‘Ntoni perde di conseguenza ogni speranza di ottenere in sposa Barbara, la ragazza di cui si era invaghito. Se la nipote, innamorata in segreto di Alfio Mosca (lontano da Acitrezza per lavoro), non si dispera minimamente per lo scandalo, il nipote subisce invece un duro colpo che fa morire in lui definitivamente ogni speranza di cambiamento. Il giovane ‘Ntoni inizia così ad andare all’osteria, frequentando le brutte compagnie del paese.

Un nuovo incidente in mare coinvolge la Provvidenza: Padron ‘Ntoni per poco non resta ucciso e dovrà passare diversi giorni in convalescenza per riprendersi da una ferita riportata alla testa. Nonostante tutto, la famiglia continua la sua lenta e meticolosa opera di risalita. Il sogno è ora quello di riuscire a ricomprare la casa del nespolo. La pesca sembra finalmente dare buoni frutti e la casa presa in affitto comincia a riempirsi di barili di acciughe sotto sale, pronte per essere vendute al momento opportuno… momento che purtroppo non è destinato ad arrivare. Una epidemia di colera blocca ogni commercio e fa morire l’affare. Il male fa però danni anche peggiori: la Longa si ammala e muore in breve tempo; passata l’epidemia, rimasto senza genitori, il giovane ‘Ntoni lascia infine il paesello in cerca di fortuna, abbandonando sulle spalle del nonno tutto il peso della famiglia.

Le braccia non bastano più per portare avanti la pesca, occorre pagare un aiuto a giornata, ma il pesce scarseggia e l’attività non è quindi più conveniente. Il nonno decide così di vendere infine la barca per andare a lavorare a giornata da Padron Cipolla insieme al nipote Alessi.

Quando il giovane ‘Ntoni torna in paese è, se possibile, ancora più povero e logoro di quando era partito. La sconfitta non gli è per nulla d’insegnamento: deluso dalla vita, non ha proprio voglia di mettersi a lavorare né gli interessa partecipare attivamente alla vita della famiglia. Per avere gratis da bere e da mangiare senza dover fare alcuno sforzo si fa adottare dalla Santuzza, la proprietaria dell’osteria del paese. È la vita che ha sempre desiderato, ma l’idillio dura poco: per non vedere andare in malora i propri affari, la donna allontana il ragazzo fannullone ed è costretta a convincere lo sbirro Don Michele a fare ritorno nel suo locale.

Messo in strada come un cane e senza un soldo in tasca, il giovane ‘Ntoni inizia a seguire Rocco Spatu e Cinghialenta nelle loro attività di contrabbando non autorizzato. Nonostante gli avvertimenti che lo stesso Don Michele gli fa arrivare tramite la sorella Lia, di cui l’uomo si è invaghito, il ragazzo si convince comunque a partecipare ad un colpo in piena notte nato male e che finisce anche peggio: scoperti dalle guardie doganali, ‘Ntoni non riesce a scappare e dopo aver accoltellato lo sbirro viene catturato ed arrestato. Durante il processo si viene così anche a sapere pubblicamente che Don Michele se la intendeva di nascosto con Lia, gettando un nuovo scandalo sulla povera casa dei Malavoglia: Padron ‘Ntoni perde i sensi per lo shock, la giovane nipote fugge di casa per non farci più ritorno, al ragazzo danno 5 anni di carcere… la famiglia è distrutta.

Il nonno oramai è vecchio, con il cuore gonfio di tutte le disgrazie capitate alla sua famiglia, si abbandona completamente al dispiacere restando solo in attesa della morte. Un giorno scompare da casa, trasportato di nascosto da Alfio Mosca (tornato in paese) all’ospedale per trascorrere gli ultimi giorni della sua vita senza essere di peso a nessuno.

Alessi porta ora avanti da solo l’operosità dei Malavoglia e riesce infine anche a ricomprare la vecchia casa del nespolo, dove si trasferisce insieme a Nunziata, amica di infanzia che è riuscito finalmente a sposare, ed alla sorella Mena. Quest’ultima rifiuta invece l’offerta di matrimonio di Alfio Mosca dicendo che è oramai troppo vecchia e che non vuole creare un altro scandalo, con il rischio che in paese si torni nuovamente a parlare di Lia.

Un giorno infine, improvvisamente, fa ritorno di nascosto alla casa del nespolo anche il giovane ‘Ntoni: dopo aver ricevuto notizia del nonno e di Lia, sopraffatto dai tristi ricordi che affollano la vecchia abitazione ora mezza vuota, chiede perdono e se ne va, abbandonando il paesello prima di poter essere visto da altri.