Riassunto capitolo 37 del romanzo I Promessi Sposi

Non appena Renzo esce dal Lazzaretto, scoppia un forte temporale. L’acqua caduta porterà via il contagio: dopo pochi giorni i casi di peste diverranno isolati ed i sopravvissuti torneranno alla loro vita ordinaria.
La contentezza per avere ritrovato Lucia è tale che l’unica preoccupazione del giovane è quella di tornare il prima possibile al suo paese, per poi ripartire subito e raggiungere Pasturo; non si preoccupa quindi né della pioggia, né delle difficoltà del viaggio e neanche della stanchezza fisica. Giunto il giorno dopo in paese, senza aver fatto alcuna sosta, Renzo si reca alla casa dell’amico che lo aveva ospitato in precedenza, gli racconta così gli ultimi avvenimenti, chiedendogli anche di fare da testimone alle prossime nozze, e rimane a riposare ancora da lui per la notte. Il giorno dopo Renzo riparte di mattina presto e raggiunge infine la casa dove Agnese si era rifugiata per evitare il contagio. Tra i due inizia una lunga discussione, durante la quale il promesso sposo racconta alla donna gli ultimi sviluppi della storia, partendo dalla notizia che Lucia è viva e che sarà presto sua moglie. Renzo ed Agnese si lasciano con la decisione di andare tutti insieme a vivere nel bergamasco subito dopo il ritorno in paese delle due donne.
Tappa successiva del viaggio di Renzo è il paese di Bortolo (anche l’uomo, come Agnese, è riuscito ad evitare il contagio), dove il giovane acquista e ammobilia un nuova casa, per poi ripartire con la promessa di farci ritorno appena possibile. Infine il promesso sposo ritorna al suo paese e ci conduce dopo pochi giorni anche Agnese: i due personaggi riprendono così una vita normale, aspettando il ritorno di Lucia. Renzo e Don Abbondio, in particolare, si evitano l’un l’altro: l’uno per non sentir parlare di matrimonio, l’altro per evitare di fare innervosire il prete e complicare così nuovamente la situazione.

Tornando a raccontare di Lucia, la giovane lascia il Lazzaretto insieme alla mercantessa e trascorre il resto del periodo di quarantena nella casa della donna. La promessa sposa viene a sapere dall’amica che Gertrude, la monaca di Monza, accusata di aver compiuto atroci misfatti, era stata fatta trasferire dal cardinale Federigo in un monastero di Milano. Confessate le proprie colpe, la religiosa trascorreva da allora una vita di privazioni per auto punirsi. Lucia viene poi anche a conoscenza della morte di padre Cristoforo ed anche di donna Prassede e Don Ferrante. L’uomo, in particolare, era stato uno dei più risoluti a negare l’esistenza della peste e del contagio, giustificando la propria opinione con profondi ragionamenti. Questo suo credo lo portò a non prendere alcuna precauzione, ad ammalarsi e quindi morire poco dopo.

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