IL BARONE RAMPANTE di Italo Calvino

Il barone rampanteTitolo: Il barone rampante
Autore: Italo Calvino
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In breve:
Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d’Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell’ora, nonostante fosse già invalsa tra i nobili la moda, venuta dalla poco mattiniera Corte di Francia, d’andare a desinare a metà del pomeriggio. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: – Ho detto che non voglio e non voglio! – e respinse il piatto di lumache. Mai s’era vista disubbidienza più grave.

L’arte di narrare. Pubblicato nel 1957, Il barone rampante è il secondo volume della “trilogia araldica”. Tra i tre racconti è probabilmente quello che fa più largo uso del “romanzesco” e al contempo è il più ricco di implicazioni letterarie e di nuclei tematici. Il proposito dell’autore è ancora una volta quello di riflettere sul nostro tempo, sull’uomo contemporaneo e sui problemi dell’attualità da una prospettiva diversa. Calvino vi giunge attraverso un racconto godibilissimo, ricco di situazioni e vicende fantasiose e divertenti. Infatti ciò che emerge immediatamente dal racconto e che lo rende una rarità nel panorama letterario italiano del secondo dopoguerra è la miniera di situazioni romanzesche in cui il protagonista si viene a trovare. Calvino conferma una facilità di invenzioni narrative e un straordinaria abilità a immaginarsi situazioni: intrattiene e sorprende il lettore, facendo leva su tutti i trucchi dell’arte narrativa e portando allo scoperto l’intenzione primaria di ogni racconto: il piacere di narrare e divertire. Infatti l’autore stesso sottolinea nella prefazione del 1960 che «avev[a] finito per prender gusto al romanzo, nel senso più tradizionale della parola» e cioè aveva preso gusto ad abbandonarsi alla narrazione per puro intrattenimento. Ciononostante l’autore non perde di vista il suo proposito, che anzi ne esce rafforzato.

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